L’influenza degli eventi contemporanei verificati in medio oriente dopo la primavera araba sulla traduzione della letteratura tra l'italia e il medio oriente

  1. Khanfar, Wafa
Dirigida por:
  1. Celia Aramburu Sánchez Directora

Universidad de defensa: Universidad de Salamanca

Fecha de defensa: 09 de julio de 2021

Tribunal:
  1. Mercedes Arriaga Flórez Presidente/a
  2. Yolanda Romano Martín Secretaria
  3. Matteo Re Vocal
Departamento:
  1. FILOLOGÍA MODERNA

Tipo: Tesis

Resumen

Il riassunto della tesi in italiano: RIASSUNTO Questa ricerca indaga l'influenza dei recenti eventi avvenuti in Medio Oriente dopo la primavera araba sulla traduzione della letteratura tra l'Italia e il Medio Oriente. Nello specifico si cerca di tracciare i temi ai quali s’interessano i traduttori italiani, prima e dopo la primavera araba. La nostra prima osservazione riguarda la traduzione in tanto un movimento curioso e indagatore di nuovo, di una parvenza di differente. Si nota che quest’ultima vuol sempre dare un accesso libero a un patrimonio che, a causa della frontiera della lingua, esisteva solo in un determinato sistema. Sembra in un primo sguardo limitarsi come l’aveva definito Ladmiral, Jakobson ENewmark a un trasferimento linguistico, ma sul piano pratico essa necessita più implicazione, più difficoltà, più sapere e conoscenza. La realtà della traduzione risiede nella ricostruzione di una nuova concezione del mondo; si tratta di una concezione basata su tutta un'orbita di significati che prende forma e senso in ogni cultura. Anche se il traduttore padroneggia la lingua di partenza e d’arrivo, la traduzione dipenderà in gran parte da un suo saper fare e da una sua esperienza acquistata sul terreno. Il traduttore che segue in gran parte il suo feeling per scegliere ciò che converrebbe e che si adatterebbe meglio alla sua visée, dovrebbe conoscere e l’opera originale e il sistema d’arrivo per riuscire l’ingresso dell’opera di partenza nel sistema di accoglimento. Le difficoltà si presentano in forza e il compito del traduttore non è per nulla facile. Questo si trova davanti a due scelte: la fedeltà o l’infedeltà parziale all’originale. La sua pratica traduttiva dipenderà finalmente dalla sua intenzione primaria, un'intenzione che si profila mediante un ordine di priorità che potrà mirare il significato, lo stile, l’estetica, il pubblico. In questa nostra ricerca, abbiamo notato che i traduttori italiani s’interessano di più ai temi legati alla cultura araba messa in evidenza attraverso le tematiche legate alla donna, alla religione, alla società e alla politica. La primavera ha sicuramente influenzato la scelta delle opere da tradurre. La traduzione diventa, così, attraverso il traduttore, un medium socioculturale mediante cui si avvicinano due culture/società completamente diverse: la cultura araba e quella italiana. La traduzione è, in questo senso, un modo di comunicazione interculturale che ben presto supera i limiti del solo supporto linguistico che la sottende. Il filo conduttore della traduzione non è più la facilità della comprensione del testo da tradurre ma è in realtà la ricchezza del contenuto dell’opera da tradurre. Si permette di dire che sarebbe molto importante e anche vitale per ogni opera di essere tradotta (e qui si raggiunge il discorso di Benjamin) non solo per essa ma anche per il pubblico rinchiuso nella genetica del proprio pensiero. In quelle condizioni la traduzione diventerebbe un diritto legittimo di conoscere un’altra cosa di differente che permetterebbe di mirare il proprio mediante gli occhi degli altri. Si rimane totalmente d’accordo con la presa di posizione di Berman sulla traduzione e del suo apporto riguardante l’identità. Infatti, grazie all’effetto specchio: vedere l’altro è, infatti, vedere se stesso con tutto ciò che questo implica come paragone, differenza, possibilità di rigetto o di accettazione, ricchezza, comprensione. Si constata anche che non si traduce qualsiasi opera, ma generalmente ciò che ha segnato la storia letteraria e che ha lasciato la sua impronta nella mente umana attraverso gli anni. In quello spazio chiamato da Goethe weltlitératur e dove l’opera accede al titolo di canone letterario c’è Dante Alighieri, un autore che mediante il suo genio, la sua visione del mondo e la sua sensibilità ha permesso un’armonia perfetta tra ciò che è letterario, filosofico, scientifico, spirituale, storico e culturalmente umano. Davanti a quella sottigliezza di scrittore si capisce il bisogno di tradurre Dante. Non si potrà, invece, spiegare perché la prima traduzione della Commedia ha aspettato il Cinquecento per essere pubblicata per la prima volta in francese dall’abate di San Bartelemeo; M.B. Grangier; o l’Ottocento per essere tradotta in inglese oppure il Novecento per essere tradotta in arabo. Tante interrogazioni che non possono trovare risposte che solo nelle difficoltà a tradurre Dante e a riprodurre la sua arte poetica, artistica e umana. In realtà, il rapporto fra il mondo arabo e l’Europa cominciò, infatti, attorno al Mediterraneo che fu in realtà la porta aperta su un altro mondo non solo da scoprire ma anche da arricchire. I rapporti fra le due rive si basarono e continuano sempre a basarsi sul principio dello scambio reciproco in diversi campi: politico, sociale, linguistico e culturale. I rapporti fra l’Italia e il mondo arabo sono da sempre esistiti in tutti gli ambiti e continueranno a esistere per sempre perché il mondo è in continua evoluzione. Mentre il mondo arabo contribuì all’arricchimento della lingua italiana e alla cultura italiana stessa, il lavoro svolto da parte dei traduttori italiani contribuì a far conoscere la letteratura araba (sia quella scritta in arabo, sia quella scritta in francese o inglese) al pubblico italiano. Prima della primavera araba, i traduttori italiani s’interessarono alle opere dei maestri della letteratura araba come Nadjib Mahfoud, Adonis, Tawfik el Hakim. Occorreva, in realtà, scoprire le opere base degli intellettuali arabi. Dopodiché, si cominciarono a scoprire altre opere di carattere psicologico, socioculturale, filosofico e politico. L’obiettivo non fu soltanto di presentare al pubblico italiano un tipo di letteratura completamente diversa da quella italiana ma anche di creare legami interculturali fra l’Italia e il mondo arabo ricco di diverse culture. Dopo la primavera araba, si volle scoprire i segreti delle società arabe, si cominciò a vedere quel mondo da sempre reso evidente nelle opere tradotte prima della primavera araba con un’altra ottica. I traduttori continuarono a tradurre opere classiche ma la loro attenzione si fu rivolta ai temi legati alla religione, alla società, alla politica, alla causa palestinese, all’autobiografia, alla biografia e soprattutto alle scritture femminili. L’opera letteraria è di certo uno dei mezzi che permettono alla scoperta di un’altra cultura. Il testo letterario è modellato da parte dello scrittore e valutata da parte del traduttore. Quest’ultimo sceglie di tradurre una certa opera letteraria seguendo non solo la sua voglia e la sua curiosità ma anche ciò che arricchisce la sua lingua e il suo paese. Il riassunto in spagnolo RESUMEN Este trabajo de investigación indaga la influencia de los eventos recientes acaecidos en Medio Oriente tras la primavera árabe sorbe la traducción de la literatura entre Italia y el Medio Oriente. Más concretamente, se pretende delinear los temas que suscitan interés entre los traductores italianos, antes y después de la primavera árabe. Los traductores italianos se interesan, sobre todo, por los temas ligados a la cultura árabe puesta en evidencia a través de las temáticas vinculadas con la mujer, la religión, la sociedad y la política. La primavera probablemente ha influido en la elección de las obras a traducir. La obra literaria es, evidentemente, uno de los medios que permiten el descubrimiento de otra cultura. El texto literario es modelado por el escritor y valorado por el traductor. Este último elige una determinada obra literaria para su trabajo de traductor siguiendo su propio criterio y su curiosidad, pero también tratando de enriquecer su lengua y su país.